martedì 22 gennaio 2008
Resoconto della riunione: Students*x si muove
- Dei resoconti delle riunioni e dell'aggiornamento del blog (se ne occupa la sottoscritta, Francesca)
- della gestione dei contatti, ovvero della mailing list, abbiamo convenuto che è meglio aprirne una su Google per essere sicuri che i messaggi arrivino e siano recepiti, piuttosto che avere una lista di contatti di fantasmi. Stefano si preoccuperà di crearla e sarà affidato a Nicolò il compito di usarla per indire le prossime riunioni.
- Chi tiene i soldi? Ruggero
- Chi rimane in contatto coi giornali? Claudia
Les jeux sont fait. Gli argomenti di oggi:
Abbiamo parlato del Polo scolastico, del nuovo piano della sosta, i costi degli abbonamenti dei mezzi pubblici, ma abbiamo ancora bisogno di una documentazione precisa. Poi...
I kit anti-dorga promossi da Sorbo. E' necessaria la contestazione, ma anche l'informazione; è per questo che proponiamo un comizio in piazza a Piatrasanta, in data da stabilirsi, per parlare pubblicamente della questione con l'aiuto di personalità attive sul campo del recupero dalla dipendenza.
Certi controlli pare che verranno applicati anche alla scuola Magistrale Socio-Psicopedagogico Chini. Ma anche su questo ci informeremo meglio.
Vogliamo muoverci sulla questione caro-libri scolastici. E' ottima l'idea di un comodato, ma per quest'anno non possiamo realizzarla, così, appoggiandoci all'Arci di Viareggio, vorremmo organizzare un mercatino di libri usati itinerante, e, per il momento, pubblicizzare l'Arci stessa che già sta lavorando su questo problema. Si occupa infatti di raccogliere libri usati per rivenderli, cercando di rendere più conveniente la spesa dei testi scolastici. Purtroppo molti di questi finiscono al macero, perchè le case editrici continuano a rinnovare le edizioni di anno in anno, e le spese si fanno sempre più onerose.
Questi sono i punti, a grandi linee. Ci riaggiorniamo per questo Venerdi 25.
Ps: entro la fine di febbraio sarà opportuno organizzare un'altra cena per parlare della realizzazione delle magliette con il logo di Students*x (da ideare).
In ultimo, ma non meno importante: domani alle 21 c'è la riunione per Radio Harlock.
Francesca, Students*x
lunedì 21 gennaio 2008
cLaSsIcO COgEsTiOnE
sono graditi commenti, riflessioni, critiche e insulti.
Interverranno: Stella Spinelli, giornalista di Peacereporter
Giorgio Ranieri, membro ufficio umanitario Emergency.
Andrea Maffei volontario in Palestina con la carovana di Action for Peace (presente nella prima parte della mattinata).
29-1-2008Genova, Italia, pianeta terra 2001.
L’ordine pubblico durante le manifestazioni (e non solo) contro il vertice g8.
Interverrà: Giuliano Giuliani, padre di Carlo.
30-1-2008Precarietà e lavoro. Mai più morti sul lavoro.
Interverrà: Comitato Matteo Valenti.
31-1.2008Antimafia. E’ ancora possibile sconfiggere la mafia?
La lotta alla mafia come atto quotidiano, l’esperienza delle cooperative sociali che gestiscono i beni confiscati alle mafie.
Interverrà: Maurizio Pascucci, coordinatore del progetto LiberArci dalle spine, esecutivo Arci Toscana.
1-2-2008Scuola e movimento.
Interverranno: Domenico Ragozzino, studente universitario, uno dei fondatori di studentsX.
Alessandro Francesconi, studente universitario, membro delle Farfalle Rosse di Siena.
2-2-2008Assemblea finale.
studentsX classico
giovedì 17 gennaio 2008
Famo Zapping...
Rai tre: Geo&geo. parla una donna, un mezzo busto di donna. E parla di donne, casualmente.
Le donne, le donne, le donne! Queste donne.... Vengono impaurite, terrorizzate, pedinate. Sono persecuzioni che divengono veri e propri drammi; le donne sono vittime, strumenti senza carettere dei biechi appetiti degli uomini.
La Rai è sensibile a questo tema.
Biechi appetiti degli uomini...pedinamenti, telefonate, sogni peccaminosi. Ma di chi? Chi sono questi uomini? Papponi, cialtroni, mollaccioni? Quelli dei film di federico Moccia? quei maschietti biechi, cialtroni, papponni, mammoni...insomma, oni? Quelli che passano metà pomeriggio in bagno per nobili occupazioni e l'altra metà la spendono per fare qualsiasi cosa, tranne che pensare? Comunque.
Forse è già qualcosa che sappiano che Tolstoj è uno scrittore e non un film della Disney; peccato che non sappiano che "Guerra e Pace" è il suo più celebre romanzo, perciò non attribuibile, nel modo più assoluto a Hemingway. Dicevo, papponi, mollaccioni, cialtroni? Stiamo parlando di loro? sono questi gli uomini che ci pedinano?
Spengo la Tv e ascolto mia madre che mi parla dopo una giornata di lavoro.
lei è assistente sociale. Meglio i monologhi di mamma: sono una finestra sul mondo, uno squarcio di verità in mezzo al circo, in mezzo allo show. La casa sembra un'isola di verità in un'Italia di fiction e spettacolo.

Questa Italia... questa Italia mente a se stessa. Questa Italia è come una delle tante donne vittima delle bieche fantasie di questi papponi; l'Italia piange e urla mentre i suoi stupratori litigano per possederla per primi, ed è un'orgia straziante. E così, legata alla pubblica piazza, viene derisa dagli altri popoli:
"Ah, bell'Italia! Ferma la contesa dei tuoi papponi e scegli tu a chi toccail primo turno; non è educazione e non si addice ad una donna onesta lasciare nel litigio due spasimanti!"
E piange, Italia piange. Donna di dolori, piena di lividi...come fai ad essere ancora così bella? Qualcuno ancora ti ama e ti stima, qualcuno giustizierà i tuoi violentatori.
Francesca, Student*x
mercoledì 16 gennaio 2008
Intervento sulla distribuzione di Kit anti-droga nelle scuole di Pietrasanta
Per conoscenza agli organi di stampa
Ah Sorbo, falla girà!!!
Telecamere ad ogni angolo di strada, card personalizzate per entrare a scuola, kit antidroga, controllo di ogni possibile diversità……
L' iniziativa presa dall'assessore Sorbo di Pietrasanta ci ha lasciato basiti. Riteniamo quest'iniziativa illegittima, lesiva e pericolosa. Un' idea di società che respingiamo immediatamente, che segue un trend inaugurato dall' ex ministra dell' istruzione Moratti, che pone al centro della propria politica un'idea di controllo delle nuove generazioni, e che purtroppo registra adepti e seguaci in molte città della nostra penisola, e tra i dirigenti delle nostre scuole. Una volontà sistematica di reprimere spacciata per paterna prevenzione.
Le 400 lettere inviate ad altrettante famiglie, che permettono di ritirare i coupon per effettuare i test antidroga per i ragazzi dai 13 ai 16 anni dimostrano, ancora una volta, ed ancora di più, il carattere repressivo e conservatore che ha caratterizzato la giunta di centro-destra presieduta da Mallegni.
Le "facili risposte", che ci vengono presentate come panacea di tutti i mali, avanzate da esponenti di Forza Italia che si sono da sempre distinti per la loro totale ignoranza sul tema del consumo delle droghe, permettono di entrare nelle case e nelle famiglie di centinaia di ragazze e ragazzi, senza però fornire elementi d'informazione e di consapevolezza.
Un'idea repressiva della società che cerca di trasformare il genitore in "controllore" e "poliziotto". A lui sarà delegato il controllo sulla vita dei ragazzi, a lui toccherà svolgere il ruolo di carceriere.
Questo progetto auspica "un controllo fai da te", senza nessuna tutela del consumatore e nessuna adeguata risposta alla prevenzione e puntando sulla disinformazione sistematica ed organizzata.
All'assessore Sorbo vorremmo porre una domanda: "Ma uno spinello è uguale ad una dose di eroina ?". "Le risposte,dal punto di vista della prevenzione e del controllo sono le stesse ?".
Crediamo, che altri kit dovrebbero essere distribuiti tra gli studenti e le studentesse ed alla cittadinanza in generale: i kit di analisi delle sostanza, diffusi in tutta Europa, che oltre ad informare il consumatore, o l'eventuale consumatore sui danni provocati dalle sostanze, permettono una discussione franca, reale e non repressiva e demagogica.
StudentsX Versilia
Studentsx Grosseto
Studentsx Pisa
Farfalle Rosse Siena
martedì 15 gennaio 2008
Dopo aver aggredito studentessa le disegnano una svastica sul braccio
Treviso, la giovane, coordinatrice dell'Unione degli studenti tornava a casa in treno. Vittima di due militanti di Forza Nuova.
Una 18enne trevigiana, coordinatrice dell'Unione degli Studenti, è stata aggredita mentre viaggiava in treno da due sconosciuti che le hanno disegnato a forza su un braccio una croce celtica. Lo rende noto la stessa Unione degli Studenti (UdS), precisando che la ragazza, Ludovica Bragagnolo, ha presentato alla Polfer una denuncia contro ignoti. Secondo la vittima, gli aggressori sarebbe militanti di Forza Nuova che oltre alla croce celtica le hanno disegnato sul braccio il simbolo dell'organizzazione neofascista. L'episodio - riferisce l'UdS - è avvenuto mentre la ragazza, coordinatrice dell'associazione studentesca a Castelfranco Veneto (Treviso), stava tornando in treno a casa, dopo aver partecipato ad un'iniziativa a Bassano del Grappa (Vicenza). I due sconosciuti sarebbero stati attirati dal fatto che la giovane canticchiava "Bella Ciao". Avvicinata la 18enne i due - sempre stando alla denuncia dell'UdS - l'avrebbero spinta fino a chiuderla dentro ad un bagno del treno. Qui, dopo averla minacciata e picchiata, l'avrebbero costretto a subire su un braccio il disegno a pennarello del simbolo già usato dal nazismo. Un episodio che lasciato in stato di choc la giovane la quale, fortunatamente, non ha riportato danni fisici di rilievo dall'aggressione.
da "La Repubblica"sabato 12 gennaio 2008
VENERDI 18 GENNAIO CENA STUDENTS*X + RADIO HARLOCK

mercoledì 9 gennaio 2008
Colonie, Israele censura rapporto: «A rischio il rapporto con gli Usa»

Il ministro della difesa Barak blocca la pubblicazione di un documento che fotografa il furto delle terre palestinesi ad opera degli insediamenti ebraici. I pacifisti di Peace Now: il governo vuole solo mascherare la colonizzazione.
Gli elicotteri delle forze speciali Usa, incaricate di predisporre le misure di sicurezza per la visita di George W. Bush, che comincia domani, volteggiavano ieri su Israele e i Territori occupati. L'Anp di Abu Mazen da parte sua si prepara ad impiegare almeno 4.000 uomini per vigilare sull'incolumità del presidente americano. Un dispiegamento di forze eccezionale per un evento che si annuncia molto mediatico e poco politico, visto che Bush in Medio Oriente arriverà sulle fragili ali di promesse vaghe che non scioglieranno i nodi del conflitto israelo-palestinese. La sua richiesta di rimozione degli oltre cento avamposti colonici israeliani sparsi per la Cisgiordania occupata è solo fantapolitica visto che il premier israeliano Olmert se da un lato si dice pronto a rimuoverli dall'altro non ha alcuna intenzione di affrontare una spaccatura nel suo governo. L'atteggiamento delle autorità israeliane su tutta la questione delle colonie ebraiche rimane profondamente ambiguo, come dimostra il fatto che si rifiutano di rendere pubblico un rapporto ufficiale sugli insediamenti redatto nel 2006 da un consigliere speciale del ministero della difesa, il generale Baruch Spiegel. A rivelarlo è stato «Peace Now», che controlla l'espansione delle colonie in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Il ministero della difesa la settimana scorsa ha chiesto al tribunale di Tel Aviv d'impedire la pubblicazione del rapporto che, sostiene, potrebbe attentare alla «sicurezza dello Stato». Secondo il quotidiano Haaretz, il generale Spiegel avrebbe riferito dell'edificazione massiccia di costruzioni senza permesso in Cisgiordania, che si tratti di insediamenti illegali o autorizzati dalle autorità (ma pur sempre illegali per la legge internazionale). Il ministro della difesa Barak si oppone alla pubblicazione del rapporto sostenendo che nuocerebbe alle relazioni con gli Stati Uniti che, almeno a parole, chiedono un congelamento della costruzione di colonie ebraiche nelle terre palestinesi occupate. «La sicurezza e la protezione delle relazioni esterne servono da pretesto allo Stato per tentare di mascherare dei fatti che sono visibili alla luce del sole», ha protestato il segretario generale di Peace Now, Yariv Oppenheimmer. Israele si è impegnato con gli Stati Uniti a smantellare almeno gli avamposti colonici, ma la promessa non è mai stata mantenuta. Nel 2004, un primo rapporto ufficiale redatto dalla giurista Talai Sasson aveva rivelato che il ministero della difesa fornisce appoggio diretto agli avamposti, nonostante siano illegali anche per la legge israeliana. Negli ultimi tempi, grazie all'atteggiamento compiacente di Barak, la colonizzazione si è intensificata e Israele si prepara a costruire altre centinaia di appartamenti sulla collina palestinese di Abu Ghanem, per espandere la colonia di Har Homa, tra Gerusalemme e Betlemme. Di colonizzazione si parlerà oggi nel nuovo vertice fra Olmert e Abu Mazen che dovrebbero approvare il formato per le trattative sullo status finale, che sarà loro proposto dai responsabili dei rispettivi team negoziali, il ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni e l'ex premier palestinese Abu Ala. Quest'ultimo, nonostante il suo status di negoziatore, non gode di alcun rispetto da parte dell'esercito israeliano. Ieri i militari lo hanno trattenuto per un'ora e mezza al ponte di Allenby, mentre stava tornando dalla Giordania, per recarsi proprio ad un incontro con la controparte israeliana. I soldati lo hanno fermato perché si era rifiutato di farsi perquisire. Mentre Olmert e Abu Mazen penseranno a quale abito indossare per l'incontro con Bush, a Gaza la popolazione dovrà indossare il cappotto anche in casa perché la decisione di Israele di ridurre ancora le forniture di carburante alla Striscia - in apparente risposta al lancio di Qassam verso il suo territorio - ha provocato una ulteriore diminuzione della produzione di energia elettrica che colpisce i civili e non certo coloro che sparano razzi artigianali. Ieri due palestinesi sono stati uccisi al confine tra Gaza e Israele dal fuoco dei soldati. Altri quattro erano morti domenica in un raid israeliano nel campo di Burej.
di Michele Giorgio tratto da Il Manifesto
martedì 8 gennaio 2008
La Campania alle strette
Le feste natalizie campane sono state l’ennesimo brancolare nel buio da parte di chi è stato chiamato a proporre, spesso interpretato come «imporre», soluzioni a lungo termine. Senza un luogo dove portare i rifiuti, i sette impianti di tritovagliatura dei rifiuti, gli ex impianti di Cdr si sono rapidamente saturati, fino a fermarsi. Fermati gli impianti, non è più stato possibile togliere i rifiuti dalle strade. Un copione già visto.
L’ennesima «emergenza nell’emergenza», dove tanto per cambiare si è avuta la percezione che i cumuli maleodoranti traboccanti dai cassonetti servissero a coprire ed a seppellire la scarsa autorevolezza, ma anche la scarsa competenza, da parte di un commissariato, espressione del Governo nazionale, che si è dimostrato negli anni essere solo una pesante macchina mangia soldi [pubblici]. L’unica novità sul fronte istituzionale non è stata certo la fine dell’emergenza campana. E’ stata piuttosto lo «spacchettamento», che in ogni caso significa non una riduzione ma una moltiplicazione dei commissari. Infatti le misure adottate da Palazzo Chigi prevedono la proroga dell’emergenza fino al 30 novembre 2008 e le figure di un «commissario gestore» dell’emergenza che «affiancherà gli enti locali» e un «commissario liquidatore» per risolvere «la partita finanziaria che si è accumulata nel corso degli anni». Si tratta di un evidente «atto riproduttivo» del commissariato stesso, ma non solo: evidenzia l’ennesima sottovalutazione della gravità del problema da parte del Governo.
A distanza di oltre quattro anni dalle dimissioni del Presidente della Giunta Regionale dalla carica di commissario ai rifiuti, oltre quattro anni in cui il governo ha assunto la titolarità del Commissariato, anziché usare positivamente i massimi livelli del potere commissariale e responsabilizzare nel contempo gli enti locali, si è mantenuta in vita una struttura commissariale che da 14 anni si è dimostrata incapace di affrontare il problema, inoltre il Governo nomina una nuova pletora di subcommissari e quel che è più grave non indica una via d’uscita concreta, mentre le condivisibili proposte della Commissione Bicamerale Rifiuti attendono ancora risposte.
A Capodanno, i rifiuti campani sono andati ancora una volta in fiamme. Si sono rapidamente moltiplicati i roghi dell’immondizia accumulata lungo le strade di Napoli e degli altri comuni della regione. Gli interventi più impegnativi dei Vigili del Fuoco sono stati a Napoli, ma anche a Ischia, Pozzuoli, Afragola e Boscoreale.
E le discariche, o i siti dove stoccare i rifiuti, intanto non ci sono più. Gli unici siti rimasti sono esauriti da oltre dieci anni. Ma fa parte del «brancolare nel buio» tipico del Commissariato anche il riaprire, a turno, i siti esauriti. Così, succede quello che in nessun luogo del mondo civile succederebbe mai: la discarica del quartiere di Pianura, situata in pieno comune di Napoli, viene riaperta finchè non entrerà in funzione il termovalorizzatore di Acerra, ad inizio del 2009. Lo ha detto il prefetto di Napoli Pansa che non ha escluso che nell’invaso possano essere smaltiti anche rifiuti di altri comuni. I lavori a Pianura, nel sito dove nel 1996 è stato chiuso lo sversatoio che aveva servito la Campania per oltre 40 anni, sono iniziati nei giorni scorsi, con il presidio della polizia.
Da Bruxelles intanto arriva la notizia che la Commissione europea deciderà entro gennaio se portare avanti la procedura di infrazione aperta contro l’Italia lo scorso 27 giugno per la situazione dei rifiuti in Campania, inviando un parere motivato. Secondo il ministro per le Politiche europee, Emma Bonino, l’Italia è esposta al rischio di pesantissime sanzioni pecuniarie e l’immagine di tonnellate di rifiuti non può che minare la credibilità del piano di gestione dei rifiuti portato avanti fin qui: occorre quindi mettere in cantiere un programma di smaltimento nei prossimi giorni. Per Pansa Bruxelles è spaventata dalle immagini tv ma «non ci sono critiche per il nostro programma che non è saltato e va avanti». Di quale programma si tratti, oltre al mettere rifiuti in luoghi che non ne possono più accogliere, non si capisce bene, neanche dal nuovo Piano Rifiuti elaborato dal commissariato.
In questo quadro desolante, restano sullo sfondo i roghi di rifiuti, spesso rifiuti urbani ammucchiati lungo le strade di campagna o di periferia solo per coprire rifiuti speciali che, con un traffico oramai storico gestito dalla malavita, arrivano da tutta l’Italia industrializzata. Ed è solo l’ennesimo allarme. A ricordarlo è Gennaro D´Amato, direttore di divisione delle Malattie respiratorie e allergiche dell´azienda ospedaliera Cardarelli di Napoli e segretario generale della Società italiana di malattie respiratorie. D’Amato ricorda non solo alla politica, ma soprattutto alla società civile, che cassonetti ed immondizia bruciati con emissioni di fumi, gas e polveri «hanno effetti infiammatori, talvolta anche devastanti, per l’apparato respiratorio». E continua affermando che «ormai da molto tempo molti quartieri, sia centrali che periferici, delle città della Campania sono invasi da rifiuti composti in gran parte da sostanze organiche in decomposizione che emanano esalazioni malsane le quali aggrediscono l’apparato respiratorio dei passanti e di chi vive in vicinanza dei cumuli di immondizie. Tutti questi composti sono molto aggressivi per l’apparato respiratorio, soprattutto di bambini, ma anche di adulti, in particolare quelli che sono affetti da bronchite e da malattie allergiche respiratorie».
Ancora una volta, quella che viene trattata come un’emergenza ambientale mostra la sua vera faccia, quella di vera e propria emergenza sanitaria. Su tutti i fronti. Va male anche la stampa ed i mass media che, sull’argomento, continuano a dichiarare che i roghi di rifiuti generano diossina. Non perché non sia vero, ma perché la diossina liberata è relativamente poca, rispetto alle vere cause dell’emergenza diossina campana [già, un’altra emergenza]. Vere cause che vengono taciute e coperte dalla scusa dei roghi di rifiuti. I pericoli derivanti dai roghi sono ben altri, e sono tutti nelle sostanze che davvero vengono liberate in grandi quantità.
Si tratta di idrocarburi aromatici, biossido di carbonio, di azoto e di zolfo oltre a polveri di vario tipo. Il fumo e le sostanze che esso contiene stimolano l’insorgenza di infiammazioni dell’apparato respiratorio e, negli asmatici, di spasmi bronchiali che impediscono all’aria di raggiungere i polmoni, inducendo tosse spastica e fame d’aria. Quindi, anche se l’incendio dell’immondizia vuole essere, nella mente di chi appicca il fuoco, un tentativo di eliminare i rifiuti, diventa una nuova fonte di pericolo per tutti. Senza tirare in ballo una diossina le cui origini sono di tipo industriale e, fatalmente, derivanti da una mancata gestione del territorio che ha radici almeno trentennali.
tratto da Carta
sabato 5 gennaio 2008
L'intollerabile emergenza rifiuti campana
Confesso il fastidio nel vedere gli intervistati dai vari TG che fanno a gara a chi si lamenta di più e a chi a fa la voce più grossa. Ma il fastidio fa presto a dileguarsi, basta chiedersi il perché di quella situazione. E la risposta è per alcuni aspetti sconvolgente: l'incancrenirsi di un'incapacità di gestione - 14 anni di commissariamento - , la stolta sottovalutazione del problema da parte dei politici, dei nostri politici, peggio, il ritenere che la Fisia di Romiti avrebbe potuto risolvere tutti i problemi a valle della raccolta dei rifiuti, hanno trasformato un problema sicuramente complesso in un'abissale crisi di credibilità.
Certo, stando agli ultimi risultati elettorali delle regionali e delle amministrative, neanche i ripetuti gravi errori e le conseguenze su un territorio degradato e lordato fino a far temere emergenze sanitarie sembrano aver scosso più di tanto i cittadini.
Che hanno continuato a confermare la loro fiducia in amministrazioni non in grado di gestire il problema, che, nell'emergenza infinita e mai risolta, produce un malessere generale e diventa simbolo di arretratezza e di incapacità di governo. Ma oggi non è più questione di presentare piani di intervento per far fronte al disastro; c'è da restaurare le rovine di un rapporto tra cittadini e istituzioni, tra cittadini e politica senza del quale soluzioni che pure sarebbero ragionevoli e possibili non possono neanche scendere in campo. C'è la consapevolezza di questo?
C'è la consapevolezza che troppo estesa è stata l'incompetenza e la corruzione? Che la criminalità organizzata non vuole rinunciare alle laute rendite che percepisce dal settore, e, per fare solo un esempio, si industria pure a sabotare i mezzi addetti al trasporto che non siano "suoi" - quelli pubblici - inceppando la filiera dei rifiuti, che mantiene così un paio di migliaia di operatori a produttività nulla? E questi interrogativi non ricevono davvero una risposta incoraggiante da strutture tecniche e da staff nei quali sembra prevalere, invece dell'efficacia delle soluzioni, l'opaco compenetrarsi di aree di influenza che sfumano dal rosso al verde. Eppure, a spese di sbagli e di gravi disagi della popolazione, il contesto è in qualche misura cambiato e la strada, costellata di immagini drammatiche e ripugnanti, anche moralmente, potrebbe dirigersi verso l'uscita dal tunnel.
Innanzi tutto FIBE non ha più le prerogative previste dal bando del '98, un vero capestro per la Regione. Il contratto è stato finalmente disdetto e quella società, che ha mostrato a dismisura la sua dannosa incapacità nel progettare e realizzare, oltre a una scarsa trasparenza, è solo un soggetto esecutore. Altra condizione necessaria per avviare la crisi verso una soluzione è la raccolta differenziata. La priorità di questo principio europeo, recepito dalla nostra legislazione, non è una rivendicazione ambientalista, ma la chiave di volta del problema. Perché? E' necessario tirare giù qualche numero.
Il quadro. In Campania si devono smaltire circa 7.500 tonnellate al giorno di rifiuti, ma i sei impianti di trattamento presenti hanno lavorato con carichi anche maggiori; i dati delle analisi merceologiche disponibili ci dicono che la caratteristica di questi RSU è di avere una frazione umida che si spinge fino al 40%. Che cosa è che non funziona? I tre flussi - umido, frazione secca e sovvallo - escono in realtà quasi indifferenziati dagli impianti; che devono allora essere ripuliti e sottoposti alla manutenzione, uno alla volta - tutti insieme creerebbe un vuoto drammatico nella capacità ricettiva e acuirebbe la crisi - in modo da ottenere i prodotti che si vogliono. La raccolta differenziata era arrivata pochi anni fa, appena iniziata, al 13%, in questi anni è scesa al 9%: un'organizzazione appena decente consentirebbe in breve, non farnetichiamo del 25%, almeno un 15% . Questo obiettivo consente di avviare tutta la frazione umida ricavata a uno dei sei impianti, che è già in grado, per dimensione e tecnologia, di ricavare compost di qualità. Le 6.300 tonnellate di rifiuti indifferenziati che restano conterrebbero ancora un buon terzo di frazione umida; se gli impianti di trattamento, rimessi in ordine, vengono fatti funzionare con i tempi previsti per la maturazione, stabilizzazione e raffinazione del rifiuto (cosa che fino a oggi non è mai successa) produrranno, stando ai dati di essiccazione per impianti simili, circa 1300 tonnellate di compost "grigio"; non più un rifiuto, ma con caratteristiche adatte per essere usato, ad esempio, come riempitivo nelle infinite cave abusive o non più coltivate della regione. In questa direzione ci sono già state esperienze positive.
Delle 7500 tonnellate quotidiane ne sono rimaste poco più di 4000 (a questo punto, di frazione secca); e già questo numero spiega come anche il modesto livello del 15% di differenziata sia il punto di partenza di un circuito virtuoso, non soltanto teorico. Ma di questo carico giornaliero, delle centomila tonnellate di rifiuti sparse nelle strade in queste settimane, degli oltre tre milioni di tonnellate di frazione secca ammassata in questi anni nelle ecoballe, che cosa ne facciamo? Sappiamo che proprio quest'ultimo enorme quantitativo, non essendo CdR con le caratteristiche richieste dal decreto del '98 - altro "dono" dell'incapacità di FIBE -, non potrà essere bruciato dal termodistruttore di Acerra.
E allora, che fare? Si potrebbe chiedere alle Ferrovie italiane, che hanno pensato bene di far sparire la loro società dedicata, di rafforzare quei contratti con i partner tedeschi in grado di trattare le ecoballe per trasformarle in materiale di recupero da usare in Germania. In ogni caso, sull'arco di almeno i prossimi due anni - e questo va fatto ben capire ai cittadini - l'unica soluzione è aumentare progressivamente, incessantemente la raccolta differenziata, cioè migliorare il sistema. E collocare tutto quello che avanza in discarica. Certo, adesso i cittadini si ribellano anche contro un impianto ben fatto di discarica controllata, ma non credo che vogliano la diossina "fai da te" sprigionata dall'incendio dei rifiuti. Credo che siano in grado di capire, se qualcuno glielo spiega. Se qualcuno dei massimi responsabili politici dello sfascio va da loro in ginocchio e gli promette di non commettere più i gravi errori del passato.
di Massimo Scalia * docente universitario
venerdì 4 gennaio 2008
Appello per i diritti, la libertà e l'ugluaglianza
Ecco un appello da sottoscrivere lanciato da Aurelio Mancuso, presidente dell'ArciGay.
Se qualcuno pensa che il problema siano la senatrice Paola Binetti, papa Ratzinger o il cardinale Ruini, si sbaglia di grosso. Il problema è una classe politica senza morale, senza idee, senza consenso, che ha paura di perdere le sue rendite di potere.
Per questo invece di affrontare i nodi veri di un paese in crisi, è molto più comodo parlare di inesistenti (sigh) matrimoni gay, di rivedere la 194 e così via. E' un classico, quando una classe al potere si sente accerchiata e debole se la prende con chi non gode dei suoi privilegi, con chi attende da decenni diritti e continua ad essere considerato un cittadini di serie b, con chi con grandi sacrifici e lotte ha conquistato alcuni diritti sociali fondamentali.
Altro obiettivo è quello di provocare una artificiosa divisione tra credenti e non, tra famiglie e conviventi, tra donne e bambini, d'altronde dividere per poter meglio comandare è un imperativo per una casta incapace di proporre un vero futuro. L'Italia non è un paese clericale, ma lo si vuole trasformare così perché solo unendo due poteri in crisi forse un intero sistema di potere potrà continuare a reggere. Non importa se ciò vorrà dire ingiustizia, arretratezza, mancanza di diritto, povertà culturale e materiale.
Per questo è venuto il tempo di reagire, di portare in piazza l'Italia pulita, laica, moderna, giovane, donna, lgbt. Non c'è tempo da perdere bisogna far nascere dal basso una grande iniziativa nazionale da tenersi a Roma il 15 marzo, per ristabilire i valori dell'uguaglianza, della giustizia, della libertà. Un grande appuntamento di cittadine e di cittadini, che vogliono difendere l'integrità dello Stato repubblicano e promuovere una grande stagione di riforme civili e di libertà: l'uguaglianza di diritti e di doveri per le persone lgbt, introduzione di istituti giuridici per il riconoscimento delle coppie etero ed omosessuali, la sostanziale modifica della legge 40 sulla fecondazione assistita, l'introduzione del testamento biologico, la promozione della ricerca e della sperimentazione scientifica, l'istituzione del divorzio breve, l'approvazione di un pacchetto sulla violenza alle donne di sostegno alla rete del movimento e di messa in campo di strumenti culturali e sociali efficaci, l'abolizione del meccanismo truffaldino di ripartizione, dell'8 per mille, la cancellazione di tutti i privilegi fiscali, che per la sola chiesa cattolica ammontano complessivamente a 4 miliardi di euro, relativi alle attività commerciali includendo le strutture immobiliari ad esse dedicate.
Se sei d'accordo con questo appello, diffondilo, e fallo sottoscrivere inviando le adesioni
ad aurelio.mancuso@libero.it
giovedì 3 gennaio 2008
Rifiuti, alta tensione nell'ex discarica
BLOCCATA E POI RIAPERTA LA TANGENZIALE - Mentre un centinaio di persone continuano a presidiare i cancelli dell'entrata principale dell'ex discarica, altri hannobloccato per ore l'ingresso alla tangenziale. La polizia tuttavia è successivamente riuscita a persuadere il centinaio di persone che bloccava l'accesso alla tangenziale ad andarsene. All’interno del sito alcuni camion hanno già iniziato a rimuovere il «tappo» di terreno che da undici anni non riceve immondizia. Le autorità sono determinate ad avere a disposizione almeno una struttura, per evitare la paralisi della raccolta dei rifiuti. Una paralisi che potrebbe avere conseguenze disastrose. Non soltanto per la diossina sprigionata dai cumuli di spazzatura incendiati: il rischio altissimo è quello sanitario, il pericolo è che si scateni un'epidemia.
ROGHI - Nella notte si sono registrati ancora un centinaio di roghi e una settantina di interventi dei vigili del fuoco. A Pianura è stato anche incendiato un autobus dell'Anm (Azienda napoletana mobilità). Il fiume dei roghi sprigionato dalle fiamme appiccate ai cassonetti e ai rifiuti sta avvolgendo l'intera area di Pianura mentre ai lati delle strade vi sono centinaia di topi morti.
Proteste anche in Basilicata. Cittadini di Vietri di Potenza hanno manifestato davanti alla sede della Regione a Potenza contro l'ipotesi di realizzare nel comune confinante di Caggiano (Salerno) una discarica di rifiuti.
da Repubblica
Kenya, rogo in Chiesa.I morti sono oltre 250

La contestata vittoria di Kibaki il 27 dicembre ha scatenato i sostenitori di Odinga. Bruciati vivi 50 civili di etnia kikuyu che si erano rifugiati in un tempio. E' scontro etnico
Il capo della missione d'osservazione elettorale dell'Unione europea, Alexander Graf Lambsdorff, ha dichiarato, martedì primo gennaio, che le elezioni presidenziali svoltesi in Kenya il 27 dicembre scorso sono state «viziate» (egli ha usato il termine inglese «flawed», che è abbastanza vicino all'italiano «truccate»).
Secondo Graf, la consultazione elettorale è stata poco credibile e al di sotto degli standard internazionali. Egli aveva già nei giorni scorsi espresso seri dubbi sulla regolarità delle elezioni presidenziali ed aveva dichiarato alla Bbc che ad alcuni suoi osservatori era stato impedito, nella Provincia Centrale, l'accesso ai luoghi in cui avveniva lo spoglio. Graf ha inoltre denunciato delle anomalie in una circoscrizione elettorale, riguardanti ben 20mila voti. E' opportuno esaminare accuratamente i risultati ufficiali delle elezioni presidenziali, che la Commissione elettorale ha reso noto domenica 30 gennaio: Mwai Kibaki ha ottenuto 4.584.721 voti. Raila Odinga si è fermato a 4.352.933. E Musyoka ne ha avuti 879.903.
Come si può notare, il presidente uscente avrebbe vinto con uno scarto di 231.788 voti, mentre, secondo la maggior parte degli osservatori, Odinga avrebbe avuto oltre 500mila voti di vantaggio. Consideriamo i risultati delle elezioni parlamentari: il Pnu (partito al governo) ha ottenuto solo 32 seggi, mentre l'Odm (opposizione) ne ha guadagnati ben 88. La vittoria dell'opposizione alle parlamentari è stata dunque netta, tanto che una ventina di ministri non sono stati eletti ed i tre figli del presidente Kibaki sono stati bocciati dagli elettori. Come è quindi possibile che i keniani abbiano scelto l'Odm nelle elezioni parlamentari ed abbiano votato Kibaki in quelle presidenziali? Anche alcuni componenti della Commissione elettorale del Kenya (Knc) hanno espresso forti perplessità sulla regolarità delle elezioni e contestato il fatto che, in un seggio elettorale, abbia votato il 115% degli aventi diritto di voto.
Secondo fonti ben informate, il segretariato del Commonwealth avrebbe deciso di formare una commissione d'inchiesta per verificare la regolarità del voto. Il primo ministro britannico Gordon Brown ha telefonato sia a Kibaki, sia ad Odinga, invitando entrambi ad evitare la violenza. Anche gli Stati Uniti hanno espresso seri dubbi sulle correttezza dello scrutinio.
Altissimo è il numero delle vittime: secondo fonti dell'opposizione, non confermate da osservatori indipendenti, i morti sarebbero almeno 500. Altre fonti, invece, stimano le vittime a 250. Un gravissimo episodio è avvenuto ad Eldoret, nell'ovest del Paese: molte persone, appartenenti all'etnia dei kikuyu, si erano rifugiate in una Chiesa cristiana di rito Wakorito, quando improvvisamente è divampato un incendio. Almeno 40 sono morte carbonizzate, mentre 42, secondo la Croce rossa, sono ricoverate in ospedale con gravi ustioni. Se si trattasse di un incendio doloso, sarebbe facile ipotizzare una ritorsione dei Luo, la terza etnia del Kenya, alla quale appartiene il leader dell'opposizione Odinga, contro i kikuyu, tribù alla quale appartiene il presidente Kibaki. Questa chiesa, infatti, affonda le sue basi nei riti ancestrali dei kikuyu, prima etnia del Kenya, che è però minoritaria nella zona di Eldoret.
Secondo i dati forniti dalla Croce Rossa keniana, sono almeno 70.000 gli sfollati. Le riprese aeree fatte dall'organizzazione umanitaria mostrano centinaia di case e di fattorie in fiamme e posti di blocco ogni dieci chilometri. Secondo Abbas Gullet, responsabile locale della Croce Rossa, «questa è una calamità nazionale». L'opposizione ha programmato una manifestazione nel centro di Nairobi per giovedì tre gennaio, nonostante la polizia abbia proibito ogni tipo di raduno. Non è difficile prevedere che potrebbe esserci un ennesimo bagno di sangue. Non resta che affidarsi alla mediazione dell'Onu e sperare che Mwai Kibaki e Raila Odinga ascoltino le parole del segretario generale Ban Ki Moon, che ha invitato i due leader rivali a risolvere pacificamente il loro contenzioso.
Giuseppe Liguori - missionario in Kenya