
A sorpresa, il comico romagnolo ha dedicato a Ferrara e alla polemica con La7 solo le battute iniziali. Poi, gran parte dello show è stato diretto contro la chiesa cattolica e soprattutto contro Joseph Ratzinger, papa Benedetto XVI. Dei quattro temi di Decameron, politica sesso religione e morte, la serata si è concentrata sulla religione. Forse in questo modo Luttazzi ha voluto dare sostegno alle voci secondo le quali la battuta su Ferrara nudo nella vasca da bagno sarebbe stata solo il pretesto per chiudere Decameron. La vera ragione della censura sarebbe stata la critica all’ultima enciclica di Ratzinger, la «Spe salvi», pubblicata qualche giorno fa. «Ratzinger dice che la scienza non salva l’uomo – ha detto Luttazzi in una delle raffiche più applaudite – allora potrebbe smettere di prendere antibiotici»; «la chiesa cattolica difende un pensiero magico, tanto vale tornare a consultare le interiora dei polli»; «se dio avesse voluto farci credere in lui, semplicemente sarebbe esistito» e a proposito della sperimentazione della pillola Ru486: «se gli uomini rimanessero incinti, gli aborti si potrebbero fare anche dal barbiere»; «Ricordo che ero in tourné quando Ratzinger è stato eletto papa e la prima battuta a caldo fu ‘Eletto Ratzinger, rinnovata la condanna a Galileo’. Ora posso dire che avevo ragione».
Lo spettacolo non è stato un one man show. Sul palco hanno partecipato anche gli attori che comparivano nei «Dialoghi platonici» del Decameron televisivo e davano voce e volto ai personaggi che scandivano la trasmissione. Senza le interruzioni della pubblicità, peraltro, la scansione dello show assume un senso nuovo e molto più accattivante. Saltellando tra satira politica, lezioni di scetticismo filosofico e incursioni nella «risata verde» delle battute più acri, Luttazzi ha inondato il pubblico con quasi due ore di spettacolo. L’ossatura erano i testi preparati per la puntata di Decameron che non vedremo mai, ma con robusti innesti delle «Lepidezze postribolari» pubblicate un anno fa e alcune battute già collaudate nelle cinque puntate del suo show trasmesse da La7. Nonostante il Natale, Luttazzi non è stato più buono, anzi: il centrosinistra, la sua debolezza politica e culturale, sono stati uno dei bersagli preferiti dei raid nell’attualità politica [«Prodi ricoverato per allucinazioni, crede di essere a capo di una coalizione; Grazie alla ricerca sulle cellule staminali è stata trovata la cura per rigenerare la spina dorsale del centrosinistra»], che non ha risparmiato il sindaco di Roma e leader del Pd Walter Veltroni. Luttazzi ha ricordato sia la «contrattazione» tra Veltroni e il Vaticano per la creazione di un registro delle unioni civili nel comune di Roma, sia la trattativa con Berlusconi. Niente battute su questo tema: «Veltroni ha detto che in questo modo si chiude la stagione dell’odio. Solo che così ha legittimato il discorso di Berlusconi che ha sempre detto di essere odiato. L’odio, però, è un sentimento inspiegabile, irrazionale e immotivato… Berlusconi non suscita odio, ma schifo».
In platea, mischiati tra il pubblico, anche Corrado e Sabina Guzzanti. Quando Luttazzi li ha salutati, l’ombra dei Veltroni, Rutelli, Bertinotti e Prodi fatti da Corrado Guzzanti, così come il D’Alema di Sabina hanno aleggiato per alcuni secondi sul pubblico che applaudiva. Era un ringraziamento a chi aveva consegnato alla verità della satira l’aver intuito, con anni di anticipio, che l’Italia avrebbe avuto ben poco da ridere.
Tratto da Carta*
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