
“Siamo per il riconoscimento dei diritti civili, ma anche per accogliere gli stimoli del Vicariato Romano”.
Ieri a Roma sul delicato tema delle “Unioni civili” abbiamo assistito al trionfo del “ma anche”.
Il Pd romano ha deciso di non pronunciarsi. O meglio si è pronunciato benissimo. Ascoltando unicamente le sirene delle “note esplicative” (leggi ordini) imposti dalle gerarchie Vaticane.
Roma resta senza registro delle unioni civili e il sindaco di Roma (ieri grande assente) perde (volutamente) un buona occasione per ricostruire un legame più stretto con tutte quelle forze poltiche, associazioni e movimenti della sinistra sociale e diffusa che pure con lui avevano dato vita al “Laboratorio Roma” della prima giunta Veltroni.
Il comico Crozza sarà contento, il suo “ma anche” è davvero la chiave di lettura migliore per capire il profilo culturale che il sindaco di Roma e segretario del Pd intende dare al nuovo partito.
Meno contenti saranno tutti quelli che si aspettano qualcosa in più in tema di diritti civili dal “sindaco di tutti” eletto per il secondo mandato con percentuali plebiscitarie…ma questa è un’altra storia. E non finisce certo con la serata di ieri.
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