lunedì 30 marzo 2009


Era una giornata di sole, il 28 di ottobre.
Una dopo l’altra tutte le scuole occupate di Viareggio si svegliano.
Da più di una settimana noi studenti continuavamo a dare linfa vitale all’onda che stava inondando tutte le piazze, le strade, le scuole di tutta l’Italia.
Tutti siamo distrutti dalla notte passata in piedi a correre da scuola a scuola per colpa di idioti neri che, tirando sassi e uova, pensano di fare politica:
“Alle nove in piazza Schelley, corteo. Blocchiamo tutta la città.”
Questo il nostro buongiorno mandato veloce a una decina di numeri per sms.
E come altre mille volte alle nove Piazza Schelley è strapiena di gente, ci siamo tutti e c’è anche qualcuno in più. Anche oggi il corteo è riuscito, gli studenti hanno preferito scendere in piazza a urlare invece di rimanere a letto. Le occupazioni sono ormai qualcosa di collettivo e qualcosa che collettivamente costruiamo ogni giorno di più.
Partiamo: le strade si riempiono, le finestre si spalancano. Molti volti si affacciano, applaudono, ridono e rientrano.
Dopo un giro per il centro decidiamo di andare alla stazione.
“A Pisa l’hanno occupata, lo stanno facendo ovunque, in tutta Italia”, si sussurra nel corteo.
Siamo tanti, ormai da un mese urliamo:“se ci bloccano il futuro, bloccheremo la città”. E il futuro ce lo stanno bloccando e noi vogliamo far capire che abbiamo la forza e la convinzione necessaria per riuscire a bloccare tutto, a occupare tutto, tutto lo spazio che rimane.
Occuparlo con i colori dei nostri vestiti, occuparlo con la musica dei nostri slogan.
“Fra 5 minuti alla stazione, lì davanti, oggi la occupiamo anche noi”.
Avevamo paura che la gente se ne andasse, che tornasse nelle scuole occupate, che non se la sentisse di bloccare i binari. E invece una miriade di gruppetti di cinque o sei ragazzi iniziano a radunarsi davanti alla stazione.
Siamo trecento, andiamo.
A flutti inondiamo i binari. “Siamo troppi per avere paura” si urla dal megafono. E infatti di paura proprio non se ne vede. Volti solari, rilassati e assolutamente indifferenti alla Digos che, dalla panchina del binario, riprende tutti.
E la Digos quei filmati di quella stupenda giornata li riguarda a quasi cinque mesi di distanza.
“Abbiamo riconosciuto solo 5 di voi, altrimenti le indagini sarebbero state troppo lunghe” così dicono. Di trecento persone, tutte a volto scoperto, sono riusciti a identificarne solo 5.
E a quei 5, all’inizio di marzo, è arrivata una multa da 1000 ai 4000 euro.
Questo è il prezzo per aver manifestato la volontà di una scuola migliore, di una politica diversa. Questa la sanzione per esserci presi la parola, per aver preteso ascolto.
Con questo, si pensa, “quei ragazzi staranno buoni almeno per un po’”.
Probabilmente dovremo pagare questa multa, ma alla volontà di tapparci le ali rispondiamo con la forza di ottobre e con la convinzione di sempre:
VOI NON POTETE FERMARE IL VENTO, GLI FATE SOLO PERDERE TEMPO.


STDENT*SX VERSILIA
RIBELLARSI è NECESSARIO
www.studentsxversilia.blogspot.com